Scavalcando le Ande

Eccoci di nuovo in partenza! Ci eravamo lasciati a Puyuhuapi, il punto più a sud che abbiamo raggiunto lungo la ruta 7, la famosa Carretera Austral.

Due ultime parole sulla storia di questa spettacolare strada, che solca per lunghezza l'intera Patagonia cilena.  La sua costruzione iniziò nel 76 per volere del dittatore cileno dell'epoca, Augusto Pinochet, e terminò solo nel 1996. Quasi tutta senza asfalto. Quasi tutta fatta con il minimo di macchinari e tanta manodopera semi schiavizzata. Portata avanti tra foreste, vulcani, scogliere. A colpi di esplosivo, piccone e pala. Poi è iniziata l'asfaltatura, che è ancora oggi in corso.

Un'opera colossale insomma, per le limitate risorse di questo paese. Ma perché fu fatta? Lo scopo principale era quello di rafforzare la sovranità cilena sulla Patagonia: l'area era oggetto di dispute territoriali con l'Argentina. Inoltre, erano frequenti le rivolte delle popolazioni native. Nasce quindi per scopi principalmente militari. Per muovere truppe, in sostanza. Ma permise a tanti piccoli villaggi di queste remote regioni di uscire dall'isolamento, di connettersi tra di loro e con il resto del Paese. Ci hanno spiegato che non a caso qui una parte della popolazione ricorda con ammirazione e riconoscenza la dittatura di Pinochet.

La Carretera Austral permette oggi di scoprire le meraviglie dei posti straordinari che attraversa. Noi l'abbiamo percorsa solo nella sua parte più a nord, tra Puerto Montt e Puyuhuapi. Da lì siamo tornati un po' indietro per poi andare verso est, cioè per svalicare le Ande e raggiungere l'Argentina. 

Percorrendo in auto una piccola strada sterrata piena di buche, ci siamo arrampicati per le montagne e abbiamo raggiunto Futalefu, splendido villaggio montano a pochi km dal confine. Circondati da boschi di abeti e cime innevate, case di legno... sembrava di essere in un paesino sperduto dell'Alaska. Il freddo ci ha trattenuto da provare le attrazioni locali: Futalefu è considerato una delle capitali mondiali del rafting e kayak. Abbiamo preferito esplorare a piedi gli stupendi paesaggi andini che lo circondano:










La mattina seguente, levataccia per arrivare presto alla dogana e mettersi in fila. I controlli doganali sono lunghi. Tutti devono scendere dal veicolo e passare da un ufficio all'altro, fino a collezionare tutti i timbri necessari. Noi europei abbiamo ormai dimenticato la fortuna di non avere più controlli al confine! 

Ma alla fine ce l'abbiamo fatta: il doganiere ci alza la sbarra e possiamo iniziare a scendere lungo l'altro versante delle Ande, alla scoperta della Patagonia argentina! Qui ci muoveremo verso nord, per poi a un certo punto rientrare in Cile, per tornare a Puerto Montt a rendere l'auto a noleggio. Chiuderemo cosi un grande anello.

Entrando in Argentina ci sorprende il netto cambio del paesaggio. Non ci sono più le fitte foreste pluviali. Qui si incontrano subito ampie steppe, con piccoli alberi. Ogni tanto si aprono zone lacustri molto belle, dove i cavalli si muovono liberi. Paesaggio molto diverso da quello cileno, ma molto affascinante. Breve sosta a Trevelin, per poi passare la notte a Esquel. E poi si continua verso nord, direzione Bariloche. Vi aggiorneremo presto!















Commenti

Gregory ha detto…
Bravo, Sara and Marco. Your pictures and narratives for each step of your travel are wonderful, familiarizing me with parts of the world I have only briefly heard or read about in my lifetime. Keep up the posts and have fun.

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